Mi sono stufato di recensire film con Jude Law: questo infatti è già il terzo a breve distanza dopo Sleuth - Gli insospettabili e Alfie.
Se i primi due mi erano piaciuti, come ho scritto, Existenz è andato persino oltre e mi è parso uno dei film più sottovalutati di sempre, forse semplicemente perché diretto da un regista non addentro ai circuiti commerciali e molto controverso, ossia David Cronenberg.
Anni fa, quando passavo di fronte a un'edicola vicino a casa, vedevo una copia di Existenz all'interno di una di quelle riviste di cinema con una videocassetta allegata (eh sì, erano molti anni fa...): l'immagine mi aveva sempre incuriosito, ma per molto tempo non approfondii.
Un bel giorno lo feci, e trovai una sorpresa lietissima: Existenz è un film strepitoso, originale, appassionante e per certi versi conturbante (nel senso che induce lo spettatore a porsi delle domande).
È un gioco di specchi, in cui sia i protagonisti che gli spettatori non sono mai certi di quello che succede (dentro e fuori di loro).
Il cast è ottimo: oltre al bravo Jude Law, vi sono Jennifer Jason Leigh (sensuale più che bella, vista anche in Mister Hoola Hoop e ne Il matrimonio di mia sorella), Willem Dafoe (uno degli attori più caratterizzati che abbia mai visto, incontrato in tanti film, come L'ombra del vampiro, Daybreakers - L'ultimo vampiro, Il luogo delle ombre, Grand Budapest Hotel, C'era una volta in Messico), Ian Holm (attore della vecchia guardia, presente in film del calibro di Alien di Ridley Scott, Il pasto nudo dello stesso Cronenberg, Brazil di Terry Gilliam, Il quinto elemento di Luc Besson, Il signore degli anelli di Peter Jackson).
Vi accenno in breve la trama: il film si apre con una riunione di appassionati di videogiochi, alle prese, in un prossimo futuro, con una nuova piattaforma di realtà virtuale: Existenz, per l'appunto.
A essa si accede attraverso la connessione tra una specie di joystick esterno e un'apertura, chiamata bioporta, che le persone si installano sulla schiena alla base della colonna vertebrale. Sia il pod-joystick, sia la bioporta sono chiaramente allusivi in senso sensuale-sessuale (sia maneggiare il pod, sia inserire il cavo nella bioporta).
Il gioco consiste in una realtà virtuale in cui ogni giocatore ha un personaggio e un obiettivo da portare avanti. Il problema, per i protagonisti Allegra Geller e Ted Pikul, è che le cose non sono così lineari come sembrano.
All'interno di un film così innovativo e coinvolgente, l'unica controindicazione che intravedo è quella di una certa ruvidità in determinate scene: sangue, smembramenti di strani (e un poco disgustosi) esseri, pallottole di denti sparate in piena faccia, etc.
Ma è veramente poca roba, e sarebbe un peccato non vedere per tale motivo un film di questo calibro, il quale fa riflettere sull'ambivalenza tra la realtà e la finzione, e quindi per converso tra il sonno e la veglia (sia in senso letterale che in senso esistenziale). In tal senso, il film di Cronenberg ha davvero un sapore metafisico... e non a caso si intitola "Existenz". Titolo bissato dall'altro gioco citato nel film, intitolato "Trascendenz": nomi che parlano da soli.
Allego in tal senso alcune frasi estratte dal film.
"Il mondo dei giochi è come uno stato di trance."
Allego in tal senso alcune frasi estratte dal film.
"Il mondo dei giochi è come uno stato di trance."
"È questa la gabbia che ti sei costruito, che ti tiene intrappolato e ti obbliga a muoverti per sempre nel più piccolo spazio concepibile?
Rompi la tua gabbia, rompila adesso."
"E le batterie dove sono?"
"È collegato con te: sei tu l'alimentazione. Il tuo sistema nervoso, il tuo metabolismo, la tua energia."
"Qual è esattamente lo scopo del gioco a cui stiamo partecipando adesso?"
"Devi partecipare al gioco per scoprire perché partecipi al gioco."
"Non opporti, lasciati andare."
"Cerchi di ricordare chi sei?"
"Non sono sicuro che qui dove siamo sia una situazione reale..."
"Non sono sicuro che qui dove siamo sia una situazione reale..."
"Anche qui sembra un gioco, e tu stai cominciando a sembrare un personaggio del gioco."
"Il libero arbitrio non si può dire che sia un fattore rilevante in questo nostro piccolo mondo."
"Come nella vita reale: giusto per quel tanto per renderla interessante."
"Non mi piace qui, non sto che sta succedendo. Procediamo improvvisando continuamente, in questo informe mondo le cui regole e obiettivi sono sconosciuti, apparentemente indecifrabili. Per non dire che forse nemmeno esistono, sempre sul punto di essere uccisi da forze di cui ignoriamo il senso."
"Ma questo non è possibile: come può un gioco avere effetti nella vita reale?"
"E se ora non ci trovassimo più in un gioco?"
Il film si chiude con uno dei personaggi che chiede:
"Ditemi la verità... siamo ancora nel gioco?".
Un plauso a David Cronenberg per averci regalato Existenz... che fu un insuccesso clamoroso a livello commerciale.
Che pazienza che ci vuole con l'umanità.
Fosco Del Nero
Genere: fantastico, surreale.
Regista: David Cronenberg.
Attori: Jennifer Jason Leigh, Jude Law, Ian Holm, Willem Dafoe, Don McKellar, Callum Keith Rennie, Sarah Polley, Christopher Eccleston.
Anno: 1999.
Voto: 8.5.
Dove lo trovi: qui.