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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

martedì 18 giugno 2019

Una pura formalità - Giuseppe Tornatore

Giuseppe Tornatore è un regista che praticamente ho ignorato per tutta la vita, letteralmente, nel senso che non avevo mai visto un suo film.
Ora ne ho visto due in rapida serie: prima il celebre Nuovo Cinema Paradiso, e poi il meno famoso Una pura formalità, che però mi è piaciuto di più, e non di poco.

Andiamo subito a tratteggiare in modo assai sommario la trama del film: un uomo, che poi si rivelerà essere il noto scrittore Onoff (Gérard Depardieu; Sta' zitto, non rompere, La capra, Le placard - L’apparenza inganna, Vita di Pi, Nemico pubblico N.1 - L'istinto di morte) corre a perdifiato in un bosco, e sotto una piogia battente, quando viene infine fermato da un posto di blocco della polizia.
Verrà trattenuto e interrogato a lungo dal commissario (Roman Polanski, regista più che attore; La nona porta, Rosemary's baby), affiancato da un manipolo di gendarmi, tra cui spicca lo stenografo (Sergio Rubini, lui mezzo attore e mezzo regista; NirvanaDenti, Il viaggio della sposa, La terra, Colpo d'occhio, L'anima gemella, L'amore ritorna) giacché non distante dal luogo nella notte è avvenuto un omicidio.
Il problema è che l’uomo non si ricordo bene cosa gli è successo di recente… 

Impossibile svelare altro della trama senza rovinare il gusto della visione a chi non avesse visto ancora il film, però è doveroso citare perlomeno il genere del film, che oscilla tra drammatico, psicologico, grottesco e fantastico.

Una pura formalità è l’esempio lampante di come si possa mettere su un buon film a partire da una buona sceneggiatura, anche senza mezzi tecnici o persino scenografici notevoli, giacché quasi l’intero film si svolge all’interno di un casolare di campagna, e gli attori principali sono solo tre, circondati da alcuni ruoli men che secondari.

Eppure, la trama regge, e il film è interessante per tutta la sua durata, e anzi alla fine sorprende.
Sorprende anche come il film sia praticamente sconosciuto (o, perlomeno, io non ne avevo sentito parlare fino ad oggi), e dunque non sia stato valorizzato, laddove invece casi similari di film americani hanno avuto successi mondiali.

Un vero peccato.
Di mio, tra la tendenza italico-storica di Nuovo Cinema Paradiso, che pure non mi è dispiaciuto, e l'originalità di Una pura formalità, ho preferito nettamente questo secondo film di Giuseppe Tornatore, tanto che il nome del regista italiano probabilmente non scomparirà dal mio taccuino investigativo.

Bravo come al solito Gérard Depardieu, attore tanto comico quanto drammatico, e bravo anche Roman Polanski, che evidentemente sa di cinema a tutto tondo, essendo stato buon attore e buon regista (La nona porta e Rosemary’s baby, pur se film non particolarmente positivi, sono entrati nella storia del cinema).

Fosco Del Nero



Titolo: Una pura formalità.
Genere: grottesco, drammatico, psicologico, fantastico.
Regista: Giuseppe Tornatore.
Attori: Gérard Depardieu, Roman Polanski, Sergio Rubini, Nicola Di Pinto, Paolo Lombardi, Tano Cimarosa, Maria Rosa Spagnolo, Alberto Sironi, Giovanni Morricone.
Anno: 1994.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.


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