Voglio subito sgombrare il campo da un equivoco: a dispetto delle varie locandine, del trailer, della presentazione che gli è stata fatta su tutto il globo terracqueo, del fatto che lo hanno realizzato i produttori de Le cronache di Narnia, Un ponte per Terabithia non è un film fantasy.
E credetemi, giacché la lettura e la visione di qualche migliaio di opere fantasy-fantascientifiche-surreali-fantastiche mi dà l'esperienza necessaria per riconoscerle quando le incontro...
O quando non le incontro: Un ponte per Terabithia è semplicemente la storia della tenera amicizia che nasce tra due adolescenti di una provincia americana.
Jesse e Leslie, questi i loro nomi, si conoscono quando la famiglia di lei si trasferisce nelle campagne in cui il giovane ha sempre abitato con la sua famiglia.
Leslie, assai vivace e creativa, coinvolgerà Jesse in un gioco d'immaginazione con il quale i due si inventano di essere il re e la regina di un mondo fantastico, Terabithia, per l'appunto.
Il gioco tale rimarrà, però, perché solo di un gioco si tratta.
Peraltro, si tratta di un gioco che avrà dei risvolti tristi nella realtà...
E questa è la cosa che più colpisce di Un ponte per Terabithia: quello che era stato presentato come un delicato film fantasy ma che era iniziato come una commedia piacevole, si trasforma tutto d'un botto in una storia drammatica e triste, che non mancherà di commuovere lo spettatore ma che lascia un sapore amaro in bocca.
Ma che, comunque, al di là di questo repentino cambio di energie verso il dramma, offre molti spunti interessanti: l'ambivalenza tra quanto è reale e quanto è immaginato, nonché il messaggio per cui la vita va avanti in ogni caso, e occorre essere felici e grati per quello che si è avuto, anche se è terminato. In questo ultimo aspetto, la storia è un ottimo esercizio per il distacco e il non attaccamento.
Ma che, comunque, al di là di questo repentino cambio di energie verso il dramma, offre molti spunti interessanti: l'ambivalenza tra quanto è reale e quanto è immaginato, nonché il messaggio per cui la vita va avanti in ogni caso, e occorre essere felici e grati per quello che si è avuto, anche se è terminato. In questo ultimo aspetto, la storia è un ottimo esercizio per il distacco e il non attaccamento.
In conclusione, Un ponte per Terabithia è un buon film, gradevole da vedere a meno che non rimaniate troppo delusi dal fatto di non trovarvi di fronte quello che vi era stato promesso (e perché spaccino per fantasy un film che non lo è proprio non lo capisco, specialmente considerando che il genere è di solito considerato di nicchia).
Eccezionale la recitazione della giovane attrice Anna Sophia Robb, di cui di sicuro sentiremo parlare in futuro. Quanto a Josh Hutcherson, di lì a qualche anno sarebbe stato protagonista della saga di Hunger games.
Chiudo la recensione con una poesia recitata nel corso del film... e che ha tutta l'aria di un testo simbolico-alchemico (simbolo del viaggio dell'esistenza, dell'immersione nel proprio io profondo e del ritorno finale alla luce da cui si proviene):
"Scendo lievemente nella bellezza primitiva dell'inesplorato mondo sottomarino.
Flutto in un silenzio che è rotto soltanto dal suono del mio respiro.
Sopra di me c'è solo lo scintillio della luce, il luogo da cui provengo e a cui ritornerò risalendo in superficie.
Scendo ancora, sempre più in fondo; continuo a immergermi lungo banchi di corallo e alghe fluttuanti verso il blu profondo, dove c'è un banco di argentei pesci, e muovendomi nell'acqua emetto piccole bolle, che come meduse salgono sinuose.
Controllo la mia bombola: non ho il tempo che mi occorre per vedere ogni cosa, ma è questo che rende il tutto speciale".
Chiudo la recensione con una poesia recitata nel corso del film... e che ha tutta l'aria di un testo simbolico-alchemico (simbolo del viaggio dell'esistenza, dell'immersione nel proprio io profondo e del ritorno finale alla luce da cui si proviene):
"Scendo lievemente nella bellezza primitiva dell'inesplorato mondo sottomarino.
Flutto in un silenzio che è rotto soltanto dal suono del mio respiro.
Sopra di me c'è solo lo scintillio della luce, il luogo da cui provengo e a cui ritornerò risalendo in superficie.
Scendo ancora, sempre più in fondo; continuo a immergermi lungo banchi di corallo e alghe fluttuanti verso il blu profondo, dove c'è un banco di argentei pesci, e muovendomi nell'acqua emetto piccole bolle, che come meduse salgono sinuose.
Controllo la mia bombola: non ho il tempo che mi occorre per vedere ogni cosa, ma è questo che rende il tutto speciale".
Fosco Del Nero
Titolo: Un ponte per Terabithia (Bridge to Terabithia).
Genere: commedia, drammatico.
Regista: Gabor Csupo.
Attori: Anna Sophia Robb, Josh Hutcherson, Lauren Clinton, Zooey Deschanel, Bailee Madison, Robert Patrick.
Anno: 2006.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.